Uno strano dolore
Datte: 28/10/2020,
Catégories:
Première fois
Anal
Inceste / Tabou
Auteur: kazzoduro, Source: xHamster
... passa tutto.
Devo ammettere che la visione di quel bel membro semi eretto, anche se era quello di mio figlio, non mi lasciava indifferente con quella pelle liscia e chiara e quel reticolo di vene spesse che lo percorreva.
Sentii che mi stavo bagnando tra le cosce e provai vergogna.
Bè, allora che facciamo? domandai nuovamente.
Non lo so proprio, mamma.
Dai, fammi sentire, dissi infine allungando una mano senza attendere il suo permesso.
Provai a tastare delicatamente i testicoli: erano duri come pietre.
Mio figlio lanciò un urletto di dolore, ma il suo membro diede un altro guizzo verso l'alto e vidi la testa rosata fare capolino dalla sua guaina di pelle.
Non del tutto involontariamente mi ero sporta ancora un po' in avanti ed ormai il suo sguardo era fisso sull'ampia apertura della mia camicia da notte dove poteva godersi lo spettacolo del mio seno nudo.
Tastai nuovamente i testicoli e questa volta Marco non lanciò nessun urlo.
Vuoi che provi a massaggiarli un po', domandai.
Possiamo provare, rispose facendosi un po' più vicino.
Come avvicinai la mano per iniziare il massaggio vidi il suo membro guizzare letteralmente verso l'alto, e farsi duro e dritto davanti al mio viso.
A quella vista sentii un piacevole calore invadermi il basso ventre e mi accorsi che mi stavo bagnando sempre di più.
I capezzoli, induriti, segnavano il cotone della camicia da notte. Lui dovette notarli perché li fissava come incantato.
Mamma, mi disse ...
... ad un tratto, svuotameli tu, ti prego.
Non mi aspettavo una richiesta del genere e rimasi interdetta.
Che fare? Dirgli di no e farlo soffrire o accontentarlo e mettermi in una situazione pericolosa.
Cosa intendi dire, gli domandai per prendere tempo.
Hai capito benissimo. Svuotami i testicoli.
Come?
Come vuoi, va bene anche con le mani.
D'accordo, te li svuoto con le mani. Insomma, ti tiro una sega. E' questo che vuoi?
Si.
Ok, allora levati il pigiama, anche la giacca e siediti sul bordo del letto, al mio fianco. Ti tiro una sega e poi ce ne andiamo a dormire e non se ne parla più, mai più.
Si spogliò completamente e, seduto al mio fianco, si apprestò a farsi tirare una sega da sua madre.
Prima di iniziare volli sapere la verità.
Ti facevano davvero male i testicoli o era tutta una scusa per farti tirare una sega.
Era una scusa, confessò.
Quando lo presi finalmente in mano, il suo cazzo era duro come il ferro ma la pelle che lo avvolgeva era morbida come seta, liscia e calda.
Gli proposi di sdraiarsi sul letto, ma lui preferì rimanere com'era.
Così posso toccarti il seno, mi disse.
Ma io non ti ho mica dato il permesso.
La sua mano, però, si era già infilata nella scollatura e stava giocando con le mie poppe, come quando era ancora bambino.
Poi ci infilò anche l'altro mano e le fece scivolare fuori dalla camicia da notte.
Come sono belle, disse, e prima che potessi accorgermi dei suoi propositi, allungò il collo e ...