Una punizione esemplare
Datte: 13/09/2019,
Catégories:
BDSM / Fétichisme
Auteur: Evoman2, Source: xHamster
... peli.
Avevo appena indossato nuovamente il camice quando la strega tornò accompagnata da due colossi vestiti da infermieri.
Ecco; il momento della punizione era arrivato.
- Per cortesia, signora, apra la bocca; la spalanchi. – ordinò uno dei due tenendomi saldamente la testa da dietro le spalle.
Ero quasi tentata di rifiutarmi quando l’altro mi assestò un violento sculaccione convincendomi a non opporre resistenza. Appena ebbi spalancata la bocca me la riempì con una grossa palla di gomma che m’impediva di respirare liberamente.
* Respiri con il naso. La palla di gomma serve a salvaguardare i suoi denti. – mi spiegò mentre legava dietro la mia nuca i lacci che fuoriuscivano dalla palla.
Ora, con la bocca così piena, potevo soltanto mugolare.
Appena terminato, mi si accostarono, uno per lato e, tenendomi per le spalle, mi fecero uscire dallo studio del medico capo.
Il tragitto fu un tormento: il camice mi lasciava completamente scoperto il sedere e sentivo lo sguardo dei due uomini soffermarsi sulle mie belle natiche ondeggianti mentre camminavo.
La stanza nella quale mi accompagnarono era molto grande; conteneva una decina di comode poltrone disposte a semicerchio attorno ad un’enorme poltrona ginecologica molto più complessa ed attrezzata di quella della stanza del medico.
Quello che mi colpì, in particolare, di quella poltrona, fu il sedile; era fatto a forma di U, con una striscia vuota al centro.
I due infermieri mi fecero sedere sulla ...
... poltrona e mi posizionarono le gambe su particolari staffe, del tipo in grado di sorreggere tutto l’arto, dalle cosce ai piedi, poi, con delle cinghie, mi legarono alle staffe in modo che, le mie gambe, non potessero più compiere il minimo movimento.
Feci appena in tempo ad abituarmi a quella scomoda posizione che, con altre cinghie, mi legarono il busto allo schienale della poltrona, facendolo poi reclinare fino a farmi distendere quasi completamente; infissero dei lunghi pioli ai lati dello schienale e mi ci legarono a braccia distese, proprio come se mi avessero messa in croce. L’infermiera, che ci aveva raggiunti da poco, mi bloccava intanto la testa con una specie di cuffia infissa al bordo superiore della poltrona.
A quel punto ero veramente terrorizzata: il mio corpo non poteva fare il minimo movimento; ero in loro completa balia.
Con la coda dell’occhio vidi l’orchessa impugnare un paio di forbici ed avvicinarsi in modo minaccioso. Tentai di gridare, ma la palla che avevo in bocca m’impedì di emettere qualsiasi suono.
Fortunatamente le forbici non erano per me, per staccarmi qualche pezzo di corpo, come avevo paventato, ma semplicemente per tagliare il camice e denudarmi di nuovo, completamente.
I due infermieri, nel frattempo, avevano afferrato le staffe che mi imprigionavano le gambe, ed avevano cominciato a divaricarle fino al punto che ebbi l’impressione di essere squartata in due: avevo le cosce talmente allargate da sembrare una ballerina mentre fa ...